Verso il 9 novembre: Generalizziamo lo sciopero blocchiamo la metropoli

Generalizziamo lo sciopero blocchiamo la metropoli Generalizziamo lo sciopero blocchiamo la metropoli

Generalizziamo lo sciopero blocchiamo la metropoli

Il 9 novembre sarà il giorno dello sciopero generale e generalizzato
indetto dai sindacati di base, a cui aderiranno anche tutte quelle
realtà che parlano di precarietà e i nodi reali del precariato
cognitivo.
Il processo di precarizzazione delle nostre vite non
comincia sicuramente oggi, ma ha radici ben più profonde che molto
probabilmente riconosciamo nell’istituzione del pacchetto Treu e della
legge Biagi (legge 30/2003) ma non solo; i processi di pauperizzazione
e precarizzazione del mercato del lavoro rispondono a logiche di
mercato che eccedono il concetto stesso di Stato-Nazione, spostando la
governance di questi processi in un nuovo spazio politico, uno spazio
costruito sugli interessi di nuove lobby globali che non tengono in
nessuna considerazione quelli che sono i nostri bisogni, desideri e
pulsioni.
L’attuale governo Prodi, in perfetta linea con il
precedente, risponde a pieno a queste logiche continuando a non tenere
conto delle attuali esigenze del paese e applicando alla perfezione le
direttive del mercato globale. La precarietà è ormai un processo che
investe a pieno le nostre vite, il capitalismo in questa sua fase
avanzata imbastisce un attacco procedendo su due diverse direttrici: da
un lato i meccanismi del controllo puntano ad escludere
"preventiva"mente tutti i soggetti, anche solo potenzialmente devianti
(writer, raver, migranti, prostitute, omosessuali e movimenti sociali);
dall’altro i processi di pauperizzazione e precarizzazione del lavoro e
della formazione rendono i soggetti sempre più flessibili alle esigenze
del mercato.
L’università e le scuole superiori, che hanno perso
la propria centralità nella formazione, oggi ci sembrano il luogo
migliore per mettere a nudo questi processi di applicazione della
forza. Le nuove condizioni spazio-temporali dell’università scuola
riformata hanno modificato il senso della produzione e della
trasmissione del sapere. Meccanismi di inclusione differenziale, quali
i test di ingresso, gli esami di riparazione e i numeri chiusi, tendono
a selezionare e porre barriere all’accesso della formazione a ogni
livello.
I movimenti sociali di questo

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